CicloMercato 2020, lettera aperta di Sergio Rodriguez: “Noi gregari siamo il collante di una squadra”
Sergio Rodriguez in cerca di squadra dopo la chiusura della Euskadi – Murias. Gregario all’interno della sua squadra, un ruolo che ha saputo comprendere e interpretare al meglio innanzitutto umanamente, è ben conscio delle difficoltà che questo suo status rappresenta nel CicloMercato 2020, reso ancor più difficile dalla chiusura di molte squadre Professional. Ha dunque deciso di scrivere una lettera aperta, per far conoscere la sua situazione e quella di molti nelle sue stesse condizioni, onesti faticatori il cui compito non è vincere, ma far vincere gli altri. Ma questo nel proprio palmarès non si legge e tutto diventa più difficile…
Ciao a tutti!
Sono Sergio Rodriguez ciclista del Team Euskadi-Murias durante le ultime due stagioni. Come molti di voi sapranno, alla fine del 2019 il team chiuderà i battenti. Un gran peccato per il ciclismo, per i tifosi e, certamente, per tutti noi che abbiamo fatto parte di questo splendido progetto. L’addio del Team Euskadi Murias, sommato alla sparizione di molte altre squadre in questa stagione, lascia molti ciclisti con la incertezza del futuro, nonostante alcuni abbiano vinto gare o comunque siano andati a podio. Però nel ciclismo non lavorano solo quelli che vincono.
Per fare in modo che i corridori che tutti conosciamo lottino per la gloria, i gregari fanno il lavoro sporco. La maggior parte delle volte senza telecamere, senza gloria. Un lavoro fondamentale per permettere che i loro leader raggiungano i propri obiettivi. Questo compito però non si riflette nel palmarès di un gregario. Quando un gregario si presenta per cercare una nuova squadra, purtroppo, il sacrificio fatto durante tutta la stagione non si riesce a dimostrare con risultati tangibili. Dopo questo triste addio, molti dei miei compagni sono già sistemati per la prossima stagione, però alcuni di noi sono ancora nella battaglia per trovare un posto.
Per chi non mi conosce nel 2017 sono stato Campione di Spagna Elite. Quell’anno ho potuto disputare il Campionato Nazionale grazie alla Fundación Euskadi che mi ha permesso di svegliarmi dall’incubo dell’Equipo Bolivia. Questa vittoria mi ha permesso di diventare un professionista, un sogno che ho seguito da quando ero un ragazzino. Una volta fatto il salto di categoria, ho sempre avuto chiaro in mente il fatto che era necessario trovarmi un ruolo all’interno della squadra. Sono sempre stato un grande amante del gioco di squadra e le mie qualità fisiche per questo sport mi hanno portato in questi anni ad essere uno dei gregari del Team Euskadi-Murias.
Sono state molte le occasioni nelle quali ho dovuto lavorare in testa al gruppo o infiltrarmi nelle fughe, come ad esempio nel GP Indurain o durante la Tro Bro León. Un lavoro che è stato sempre apprezzato all’interno della squadra e che ho sempre realizzato molto felicemente. Però il “lato oscuro” del gregario è la mancanza di risultati. Con il tuo lavoro sacrifichi i risultati personali per il bene della squadra e questo, quando devi cercare una nuova squadra, complica tutto.
Oltre a questo, è stato un anno duro per me, molto duro. All’inizio di giugno durante il Tour de Luxembourg, dopo aver disputato diverse tappe con un buono stato di forma, una caduta mi ha provocato un forte dolore al ginocchio. Quello che sembrava un normale incidente di gara è purtroppo derivato in un mese di riposo senza bicicletta… con tutto quello che viene appresso. Dopo aver superato questo ostacolo sono tornato ad allenarmi con la stessa voglia di quando ero juniores, però una anemia sideropenica mi ha tagliato la strada nel mese di agosto e potete immaginare, La Vuelta era dietro l’angolo…
Sì, tutto ciò che poteva andare male quest’anno è andato peggio. Praticamente dal mese di giugno fino a settembre li ho passati in bianco, senza quasi poter competere né allenarmi. Per fortuna è arrivato settembre e ora ottobre e stanno passando senza troppi contrattempi. Mi sono concentrato nello sfruttare al massimo queste ultime corse, visto che potrebbero essere le ultime della mia carriera sportiva.
La mia voglia è intatta, tale e quale a quella del primo giorno. La mia speranza è quella di poter continuare ad essere un ciclista, un buon gregario, come credo di esserlo stato fino ad oggi. Sento di avere ancora ciclismo nelle gambe. Sento di avere ancora la forza per aiutare i miei compagni e la squadra. Per fare questo ho bisogno che mi arrivi una opportunità. Sono fiducioso che arrivi. Noi gregari siamo il collante di una squadra. Il pezzo chiave che aiuta i compagni a vincere. Che aiuta la squadra a vincere.
In queste ultime salite della mia vita mi sto esclusivamente concentrando a godere queste ultime settimane di competizione: con la mitica Paris- Tours e la Paris-Bourges chiuderò il mio anno. Il mio obiettivo è di gustarmi questi giorni come se fossero gli ultimi. Apprezzare ogni chilometro di gara.
Vi ringrazio per l’attenzione e ringrazio tutti quelli che decideranno di condividere questo mio messaggio.
W i gregari e w la bicicletta!
Sergio Rodriguez
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